giovedì, ottobre 13, 2011

La Città di Corleone e i nuovi compiti di chi l'amministra

Il Decreto firmato da Napolitano
Non possiamo che essere fieri del decreto del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, che ha concesso al nostro comune il titolo di "città". Si tratta di un titolo onorifico, che ha un grande significato simbolico. Corleone, dal 1237 e fino al 1812, fu sempre città demaniale, alle dirette dipendenze del Re e (tranne brevissimi periodi) mai proprietà di qualche ricco signore, che avrebbe potuto disporne a suo piacimento. Il titolo di "animosa civitas" le era stato concesso già una prima volta il 12 gennaio 1556 dall'imperatore Carlo V per i meriti storici che si era conquistati sul campo. Ma era stato "smarrito" nella ragnatela polverosa della storia. Adesso, su richiesta del consiglio comunale, inoltrata dal sindaco al ministero dell'interno, e su proposta di quest'ultimo, il Presidente della Repubblica ha restituito a Corleone il titolo di "città", che le era stato tolto. Adesso questo titolo - insieme al giusto orgoglio - ci carica di maggiori responsabilità: bisogna essere degni di rappresentare la Città di Corleone. E quindi deve sparire l'immondizia dalle strade, devono pagarsi gli stipendi agli operai, devono riaccendersi le (troppe) lampadine spente, devono risarnarsi le periferie, i servizi devono funzionare, devono crearsi nuove occasioni di lavoro, bisogna fare il possibile e l'impossibile per mettere in funzione il caseificio e il mercato ortofrutticolo, bisogna che si consegnino le aree per gli insediamenti artigianali e industriali. Bisogna, infine, che la politica (in particolare chi ha l'onere del governo della città) garantisca trasparenza, correttezza amministrativa, disinteresse, equità di trattamento per tutti i cittadini. Insomma, il titolo di "città" potrebbe essere una sorta di "nuovo inizio" per Corleone, la sua classe dirigente e i suoi cittadini. Se così non sarà (e lo temiano fortemente!), rischiamo di doverci consolare come la mosca di Mussolini, dopo che il fascismo aveva proclamato l'autarchia, italianizzando l'americano DDT. "Io morirò lo stesso - disse a se stesso il povero insetto - ma almeno è robba del paese nostro". (d.p.)
P.S. Purtroppo, il sindaco Iannazzo non ha cominciato al meglio l'era della "città" di Corleone. In prefettura per ritirare il decreto è andato in solitudine e in gran segreto ed ha dato la notizia in esclusiva al Giornale di Sicilia, suscitando il risentimento degli altri giornali.

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