lunedì, ottobre 24, 2011

Intervista al sen. Giuseppe Lumia. Quale unità d'Italia bisogna celebrare?

Giuseppe Lumia
di Matteo Scirè
Il 2011 è l’anno della celebrazione dei 150 anni dell’Unità d’Italia, quale traguardo storico dell’identità e della coesione nazionale. Un appuntamento che suscita entusiasmo grazie agli appelli del Presidente Napolitano e che, allo stesso tempo, è sottoposto agli attacchi volgari della Lega. Le sembra che l’Unità sia un valore realmente condiviso e sentito nella società?
Dobbiamo chiederci quale Unità d’Italia vogliamo celebrare oggi. Vi sono diversi modi di approcciarsi ad una ricorrenza così importante che deve coinvolgere tutti, soprattutto le nuove generazioni. A me pare che a prevalere sia un approccio retorico. E’ inevitabile che nelle iniziative ci sia una forte dose di narrazione retorica volta a mettere in luce solo ed esclusivamente gli aspetti celebrativi del processo unitario. Oscurare tuttavia quelli negativi non va bene, alla fine si rischia di rendere poco credibile un cammino molto travagliato. Un’eccessiva rappresentazione epica dell’Unità d’Italia non dà spazio ad una riflessione di ampio respiro sui progetti nazionali, nonché sui valori e sui principi che hanno animato il periodo risorgimentale. Bisogna avere il coraggio di avviare una trattazione critica dei fatti e delle scelte politiche operate prima e dopo la fatidica data de! l 1861 e che hanno segnato la vita di interi territori e popolazioni. E’ un limite guardare l’Unità d’Italia come una sorta di totem da adorare e venerare per richiamare i cittadini ad un senso di comunione emotiva. Si rischia di sprecare una grande occasione per comprendere le radici problematiche di una Unità che nel corso dei decenni si è sempre più sfilacciata, non solo sotto l’evidente profilo economico, ma anche della coesione dei territori, soprattutto tra Nord e Sud, e dei diritti di cittadinanza.
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