sabato, luglio 09, 2011

Autoriciclaggio, ecomafie e immigrazione clandestina. Il gpverno modifichi il "codice antimafia"

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Autoriciclaggio, ecomafie e immigrazione clandestina non sono reati previsti nel Codice antimafia. La denuncia e' dei magistrati e degli esperti di diritto della criminalita' organizzata, riuniti dal Centro Pio La Torre di Palermo, nella sala conferenze di Palazzo Marini, a Roma, per il convegno 'Dalla Legge Rognoni-La Torre al Codice antimafia. Spezzare il patto politica-mafia-affari'. Il governo modifichi il Codice, perche' la proposta attualmente in discussione non corrisponde alla legge-delega che prevedeva un’armonizzazione della legislazione, una semplificazione delle procedure di prevenzione personale e patrimoniale, un adeguamento alla normativa europea. Posizioni che saranno esposte nell’audizione richiesta dal Centro alle Commissioni giustizia di Camera e Senato.''Il Codice Antimafia, se approvato nell’attuale formulazione - spiega Vito Lo Monaco, presidente del Centro La Torre - cancellera' dalla legislazione la Rognoni-La Torre. Ne copia solo all’articolo 1 la fattispecie dell’associazione di stampo mafioso (art 416.bis codice penale), ma lo spezzetta, facendogli perdere quell’energia interpretativa del fenomeno mafioso che ha guidato l’azione dello Stato e dell’antimafia in questi trent’anni. Con il 416/bis, la Rognoni-La Torre ha tipizzato per la prima volta il reato di associazione mafiosa, dopo 122 anni dall’Unità d’Italia, ha definito reato grave il rapporto mafia-politica, ha introdotto l’obbligo della confisca dei beni proventi di reato. Un vero atto rivoluzionario riformista, che non puo' essere dimenticato''.
ROGNONI: 'LEGGE CONTRO MAFIA FRUTTO DI DURA BATTAGLIA'
''Una legge che - ricorda Virginio Rognoni - e' la strada maestra da seguire, dalla quale non bisogna retrocedere. Frutto di una dura battaglia anche sociale il cui lavoro e' oggi portato avanti dalla societa' civile e dalle associazioni. Confluire tutte le misure antimafia in un unico testo puo' essere positivo, ma non a prezzo della storia''. Il Codice, e' emerso dal dibattito, non risolve in particolare due grandi questioni nella lotta alla criminalita', lo snellimento delle procedure di confisca e l’autoriciclaggio. Per la confisca l’introduzione di un termine ridotto e la sovrapposizione tra autorita' nella disposizione delle misure di prevenzione patrimoniale su uno stesso soggetto o bene possono portare a disfunzioni e mancata assegnazione dei beni. La mancata introduzione del reato di autoriciclaggio, il reinvestimento da parte dello stesso mafioso dei proventi illeciti, e' invece in palese contraddizione con le normative gia' presenti in gran parte dei paesi dell’Ue. Per il procuratore aggiunto di Palermo, Antonio Ingroia ''il Codice e' un’occasione mancata che speriamo non diventi un’occasione perduta. Il testo non contiene ne' una potenzialita' unificativa della legislazione, ne' quella necessita' di coordinamento della normativa antimafia di cui c’era bisogno. Il risultato e' piu' un Codice manifesto che un reale strumento efficace nella lotta alla mafia''. ''Nella stesura – sottolinea Luca Palamara, presidente dell’Anm – non e' stata tenuta in considerazione l'esperienza quotidiana e qualificata degli operatori di giustizia. Le mancanze del testo sono dunque frutto del mancato coordinamento tra politica e organi giudiziari''. Alla manifestazione e' pervenuto anche il saluto del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, che ha sottolineato come occorra ''prevedere nuovi strumenti di prevenzione e repressione'' della criminalita' organizzata, ''aggredendo i patrimoni e promuovendo il rinnovamento sociale e dell’etica pubblica''. Anche il presidente della Camera, Gianfranco Fini, ha inviato un proprio messaggio agli organizzatori, ricordando la ''figura di Pio La Torre, personaggio illustre della vita politica e istituzionale del nostro Paese, strenuo avversario della criminalita' organizzata, coraggiosamente impegnato, fino all’estremo sacrificio, nella propria battaglia per l’affermazione della legalita'''. Hanno partecipato al dibattito, tra gli altri, anche Antonio Balsamo, magistrato di Cassazione; Vittorio Borraccetti, consigliere del Csm; Giuseppe Catanzaro, Confindustria; Francesco Menditto, giudice di Napoli; Vittorio Teresi, procuratore aggiunto di Palermo. (ANSA).

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