lunedì, luglio 11, 2011

19/07/1992 "La strage di Via D'Amelio"

La strage di via D'Amelio
di Maria Teresa Lentini Il 19 luglio 1992 in Via D'Amelio, a Palermo, il giudice Paolo Borsellino, con gli agenti di scorta: Agostino Catalano (caposcorta), Emanuela Loi (prima donna a far parte di una scorta e a cadere in servizio), Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina, Claudio Traina e Antonino Vullo (unico sopravvissuto), cadono per mano della mafia. A distanza di quasi due mesi dall'attentato al Giudice Giovanni Falcone e della sua scorta: la mafia torna a colpire con violenza. I due attentati preparati nei minimi particolari si presentano come veri e propri atti terroristici. Si parlerà di "Strage di Stato" e di ''strategia della tensione''...dove lo Stato sarà brutalmente implicato e non solo come vittima... Salvatore Borsellino, fratello del Giudice Paolo Borsellino, da anni residente a Milano, ha ormai (dopo i tanti processi) ben chiare le idee in proposito e dopo un lungo silenzio (mantenuto fino a quando la madre era in vita), denuncerà a chiare lettere: « Mio fratello sapeva della trattativa tra la mafia e lo Stato, per questo è stato ucciso. La strage di via D'Amelio è una strage di Stato. Pezzi delle istituzioni hanno lavorato per prepararla ed eseguirla. Adesso che la verità sulla strage si avvicina, spero solo che non siano gli storici a doverla scrivere. Bensì i giornalisti...». Parla non solo delle implicazioni tra mafia, stato e servizi segreti, ma anche delle troppe, poco chiare omissioni, ruoli e 'sparizioni', non solo di atti e prove ma di carteggi importanti che accompagnavano sempre il Giudice Borsellino; come la famosa "agenda rossa"che il giudice portava sempre con sé e dove annotava i dati delle sue indagini, prelevata, sembra, in sordina da un funzionario dello stato, quando ancora i corpi delle vittime si trovavano in terra, dilaniati dall'esplosione e con Borsellino agonizzante, ancora lì nei pressi dell'auto...come ricorderà il Magistrato Giuseppe Ayala, accorso fra i primi, (la sua abitazione distava solo 200 metri dal luogo dell'attentato)...agenda mai più ritrovata.

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