domenica, dicembre 19, 2010

Parlando di studenti in lotta, Saviano e giornalismo

di Gaetano Alessi
Alcuni mesi fa in un pezzo scritto per Articolo21 (“Io sto con i facinorosi”) dopo le contestazioni a Schifani e Bonanni, chiudevo l’articolo con la certezza che le manifestazioni di violenza si sarebbero susseguite. Facile profeta? No, forse più novella Cassandra (con l’eccezione che Cassandra aveva sempre ragione). In fondo basta camminare per strada per sentire gli umori delle persone, basta essere in luogo di lavoro, di studio, in una scuola, per avere chiaro il quadro di sofferenza in cui vive il nostro paese. La precarietà nel lavoro che diventa precarietà negli affetti, la certezza di non avere un futuro non solo per chi non ha studiato, ma anche per chi ha investito anni sui libri e ora si trova con una prospettiva di desolazione. La percezione d’essere “straniero” e fuori posto sempre, indipendentemente da dove tu sia nato. Ho letto con attenzione il dibattito che si è scatenato dopo i fatti di Roma d’alcuni giorni fa. Con il gusto di chi non avendo la necessità di scrivere per mestiere può permettersi il privilegio di formarsi un’idea su centinaia di contaminazioni diverse. LEGGI TUTTO

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