mercoledì, settembre 15, 2010

MAFIA. Il papello è autentico

Massimo Ciancimino

La perizia della scientifica ha confermato la veridicità degli appunti sulla trattativa tra Stato e mafia consegnati da Massimo Ciancimino ai magistrati di Palermo. Il pm: "Importanti elementi di riscontro" PALERMO - Sono dell'ex sindaco di Palermo, Vito Ciancimino, i documenti forniti dal figlio Massimo ai  magistrati di Palermo. È uno degli esiti della perizia effettuata dal servizio di Polizia Scientifica della Direzione centrale anticrimine chiamato a verificare l'autenticità dell'enorme mole di appunti che il testimone della trattativa tra Stato e mafia ha dato ai pm. La perizia è stata depositata il 20 agosto scorso agli atti del processo al generale dell'Arma Mario Mori, accusato di favoreggiamento aggravato. "Le conclusioni dei tecnici - ha commentato il pm Nino Di Matteo, che indaga sulla trattativa che vedrebbe tra i protagonisti proprio Mori -  sono elementi di riscontro importanti alle dichiarazioni del teste". Sulla documentazione, che comprende, oltre al cosiddetto papello con le richieste della mafia allo Stato, i pizzini di Provenzano a don Vito e decine di appunti manoscritti dell'ex sindaco, sono state eseguiti due tipi di analisi: grafica e merceologica. Quanto al papello, i periti hanno negato che possa essere stato scritto da Riina. Circostanza, peraltro, mai asserita dagli inquirenti che hanno prodotto decine di scritti di familiari e mafiosi da usare per la comparazione. Sulla paternità del papello - indagine molto eleborata perchè di alcuni soggetti usati per i raffronti si hanno solo le firme - i magistrati non sono ancora arrivati a una conclusione. La perizia esclude anche che i pizzini che, secondo Ciancimino il boss Bernardo Provenzano, avrebbe mandato a suo padre, siano stati scritti con la macchina sequestrata al capomafia nel covo di Montagna dei cavalli, a Corleone. Conclusione che, secondo gli inquirenti, non sarebbe significativa perchè durante la lunga latitanza il boss ha usato diverse macchine. Secondo i periti tutti i documenti attribuiti da Massimo Ciancimino al padre sono stati effettivamente scritti da lui. In particolare sono riconducibili all'ex sindaco il cosiddetto contropapello in cui, giudicate folli le richieste di Riina, don Vito avrebbe, abbassato il tiro, e indicato le pretese, a suo dire più realizzabili, da avanzare allo Stato. E ancora fu Ciancimino a scrivere, di suo pugno, le annotazioni sugli investimenti nel complesso edilizio Milano 2 dell'allora imprenditore Silvio Berlusconi in cui si leggono i nomi di Marcello Dell'Utri e dei costruttori mafiosi Buscemi e Bonura.

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