martedì, agosto 03, 2010

In panne contro la mafia

di Umberto Lucentini
Le auto che dovrebbero proteggere i giudici e i testimoni minacciati sono vecchie, scassate e si fermano in mezzo alla strada. L'incredibile denuncia del sindacato di polizia siciliano
Sono giorni di tensione altissima a Palermo. Il ministero dell'Interno lancia l'allarme attentati: Cosa Nostra starebbe progettando nuove stragi. E dagli addetti alle scorte di "personalità a rischio" parte di nuovo un grido: siamo pochi e con mezzi inadeguati. L'urlo lo lanciano gli uomini senza volto e senza nome che a Palermo e in Sicilia proteggono magistrati antimafia minacciati dalle cosche, imprenditori che si sono ribellati al racket delle estorsioni, testimoni di giustizia chiamati a confermare le accuse a boss ed esattori del "pizzo" durante i processi. Poliziotti costretti all'anonimato dalle rigide regole del corpo ma che denunciano: le auto blindate che utilizziamo per proteggere le "personalità a rischio" spesso sono inadeguate.
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