martedì, agosto 03, 2010

Il settimanale "Famiglia Cristiana" contro il governo: "Ministri ridotti a servitori"

Il settimanale cattolico "Famiglia Cristiana"
QUESTIONE MORALE. Il settimanale cattolico critica la "morale fai da te" della classe politica: "Quel che stupisce è la rassegnazione generale"
ROMA - La questione morale agita il dibattito politico e secondo Famiglia Cristiana "il disastro etico è ormai sotto gli occhi di tutti". Con queste parole si apre l'editoriale del numero in edicola domani, che contiene un pesante il giudizio sugli organi di governo: "Una concezione padronale dello Stato ha ridotto ministri e politici a 'servitori', semplici esecutori dei voleri del capo" e "poco importa che il Paese vada allo sfascio: non si ammettono repliche al pensiero unico. E guai a chi osa sfidare il 'dominus' assoluto". Non è la prima volta che il settimanale cattolico critica il governo, ma non per questo l'attacco è meno fastidioso per la maggioranza. Soprattutto considerando la delicata fase politica, che secondo il settimanale cattolico è il frutto di una classe di rappresentanti delle istituzioni che ha disatteso aspettative e promesse: "La Seconda Repubblica nacque giurando di non intascar tangenti, di rispettare il bene pubblico, di debellare malaffare e criminalità. Bastano tre cifre, invece, per dirci a che punto siamo arrivati. Nel nostro Paese, in un anno, l'evasione fiscale sottrae all'erario 156 miliardi di euro, le mafie fatturano da 120 a 140 miliardi e la corruzione brucia altri 50 miliardi, se non di più". "Quel che stupisce è la rassegnazione generale - prosegue l'editoriale - La mancata indignazione della gente comune. Un sintomo da non trascurare. Vuol dire che il male non riguarda solo il ceto politico. Ha tracimato, colpendo l'intera società". Il settimanale diretto da don Antonio Sciortino conclude dicendo che oggi "prevale la 'morale fai da te': è bene solo quello che conviene a me, al mio gruppo, ai miei affiliati. Il 'bene comune' è uscito di scena, espressione ormai desueta. La stessa verità oggettiva è piegata a criteri di utilità, interessi e convenienza".

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