venerdì, febbraio 06, 2009

"Zorro" di Marco Travaglio. Cane morde uomo

Prima che fosse abolita la logica, nelle scuole di giornalismo si insegnava che se un cane morde un uomo, non è una notizia; lo è se l’uomo morde il cane. Poi ci siamo bevuti il cervello. Lunedì l’Unità ha scritto che Berlusconi - non un passante, il presidente del Consiglio - è uscito dall’unico processo in corso a suo carico: quello in cui era sospettato di aver danneggiato la carriera a un agente dei servizi su pressione dell’ex moglie di quest’ultimo, con la quale il premier aveva «intrecciato una relazione». C’era da attendersi il solito pianto greco sulla fine della persecuzione giudiziaria e sul crollo dell’ennesimo teorema. Invece niente. Nessun giornale (a parte la Repubblica) e tg ha ripreso la notizia. Un tempo si censuravano le condanne dei potenti. Ora pure le assoluzioni. Almeno quelle imbarazzanti per l’immagine del noto difensore della Sacra Famiglia. In compenso ampio spazio all’indagine su Di Pietro per vilipendio del Quirinale, cioè per un reato di opinione. E prime pagine mobilitate per la dammatica fine della love story tra il ministro Frattini e la dermatologa Chantal. Decisamente meno interessante il rinvio a giudizio di Raffaele Fitto - non un passante, un ministro - per turbativa d’asta e interesse privato: ormai l’espressione «ministro imputato» è pura tautologia. Mica siamo in America, dove Obama ha fatto fuori tre membri della sua amministrazione per conflitto d’interessi (Bill Richardson), evasione fiscale (Tom Daschle) e mancato pagamento dei contributi alla colf (Nancy Killefer). Pare che Obama lo faccia apposta per sputtanarci. Quel maledetto abbronzato.
L'Unità, 5 febbraio 2009

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