sabato, febbraio 14, 2009

La parola dei lavoratori

Una tramontana gelata non ha fermato i manifestanti chiamati a raccolta dalla Cgil da tutta Italia. 700.000 persone hanno invaso Roma, sciamando dalle tre stazioni più importanti della Capitale, per paralizzarla pacificamente, invadendone le arterie principali. A piazza dei Partigiani, davanti alla stazione Ostiense, migliaia di persone sventolano le loro bandiere aspettando, disciplinati e festanti, il momento di mettersi in marcia. C’è tutto il nord. C’è il Piemonte, l’Emilia Romagna, il Veneto e il Friuli. Metalmeccanici a braccetto con i colletti bianchi, una strana coppia soltanto ad uno sguardo superficiale, “perché le aziende private e il pubblico impiego sono interdipendenti le une dall’altro, soprattutto in un periodo di crisi come quello che stiamo vivendo”, ci racconta Domenico, custode al museo estense di Modena. Un anziano pensionato di Biella, metalmeccanico su nell’alto piemontese da una vita, il volto rosso e scavato, la pelle dura, la barba ispida, fuma nel freddo intenso di questa limpida mattina romana e mi chiede, sorridendo, se qui fa sempre così freddo. Mi parla del treno delle undici, del lungo viaggio scandito da thermos di caffè bollente e sigarette fumate di fretta al finestrino, un occhio al controllore. Mi racconta di una vita in fabbrica, con gli occhi chiari e orgogliosi dei vecchi operai disorientati. LEGGI TUTTO

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