domenica, gennaio 11, 2009

"Quel terrorista di Fabrizio De Andrè". Così la polizia schedò il cantautore

di MIMMO FRANZINELLI
Per 10 anni dal 1969 al 1979 il cantante fu tenuto sotto controllo, fino al sospetto più incredibile: "E' un simpatizzante delle Br"

TRA I possibili approcci alla musa di Fabrizio De André, il tema del potere è tra i più suggestivi, considerato che attraversa l'intero arco della sua produzione, dalla traduzione delle ballate di Georges Brassens (da "Il gorilla" a "Morire per delle idee") a un brano come "Il testamento di Tito", grondante ribellione esistenziale. Un potere non soltanto politico, ma che snatura la religione e s'insinua anche in ambito familiare. L'intero canzoniere del musicista genovese dispiega valenze libertarie, che hanno influenzato una parte significativa della generazione del '68 e ancora oggi parlano ai giovani. De André non si è mai atteggiato ad agit-prop. Ciò nonostante, la polizia lo ritenne un personaggio infido e pericoloso. LEGGI TUTTO

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