martedì, novembre 18, 2008

Da tempo la zona archeologica di Entella nel mirino di tombaroli del catanese

(*codi*) Le ricche zone archeologiche di Entella, che sorge a pochi chilometri da Contessa Entellina, sulla montagna detta “Petraru”, e di Schera, l’antica Corleone, posta sui contrafforti a sud della Rocca Busambra, nel corleonese, sono nel mirino dei tombaroli di Paternò e del catanese. Lo si deduce leggendo la cronaca degli ultimi anni. Nel 2005, infatti, gli agenti del commissariato di Corleone avevano sorpreso e denunciato due individui sulla Montagna Vecchia, dove sorgeva la città di Schera: anche in quel caso si trattava di catanesi, forniti di un potente metal-detector ed attrezzi da scavo. Allora, furono recuperati diversi reperti archeologici. Nello stesso luogo, nel novembre del 2007, quattro tombaroli di Paternò furono fermati e denunciati all’autorità giudiziaria: M.E. di 53 anni, agente di commercio, D.M.C. di anni 60, G.F. di 33, e M.G. di 40, questi ultimi tre braccianti agricoli. Ingenui, più che sfortunati, i quattro tombaroli avevano imprudentemente pensato di scandagliare la zona archeologica che si estende a poche centinaia di metri in linea d’aria dalla masseria - covo dove l’11 aprile del 2006 fu catturato il boss Bernardo Provenzano. La brillante operazione dei carabinieri della notte scorsa evidenzia una “preferenza” di ladri specialisti provenienti da Paternò. Le indagini dei carabinieri cercheranno di individuare gli eventuali basisti dei malviventi di Paternò, arrestati ieri che, pare potrebbero avere particolari agganci in un territorio definito “sensibile” dalle forze dell’ordine e sotto lo stretto controllo delle cosche mafiose del Belice.
Co.Di.

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