giovedì, giugno 28, 2007

Il Dpef passa all'unanimità: Su le pensioni minime, giù l'Ici dal 2008


PRODI: «OGGI E' IL GIORNO DELLA SVOLTA»
«Oggi è la giornata della svolta». Così il premier Romano Prodi, nella conferenza stampa al termine del Consiglio dei ministri commenta il varo del Documento di programmazione economica e finanziaria (Dpef). «Dal lavoro di questa giornata nasce il processo di rilancio della nostra economia». E ancora, «l'approvazione unanime rappresenta la migliore risposta alle tante critiche» e «il Dpef conferma gli obiettivi di sviluppo ed equità». «Abbiamo approvato un Dpef con al centro la nozione di crescita sostenibile dal punto di vista finanziario - afferma il ministro dell'Economia Tommaso Padoa-Schioppa - ma anche ambientale e sociale». Poi, "Tps" assicura: «Il tema del risanamento c'è ma non è più una emergenza. E l'obiettivo di uscire dalla procedura d'infrazione di Bruxelles è oggi a portata di mano».
Meno Ici dal 2008, bonus per gli incapienti e dote fiscale ai figli. Insomma, il governo vuole procedere alla riforma della tassazione sulla famiglia, cominciando col restituire agli incapienti «delle detrazioni per figli non usufruite, combinata con un miglioramento degli assegni» alle famiglie. Non solo, si vuole creare un unico istituto di sostegno per i nuclei con figli, che unifichi sgravi Irpef e assegni: «Una dote fiscale per il figlio».
Nel Dpef si conferma, al primo posto tra le priorità del governo in ambito tributario, la riduzione del carico sui redditi bassi e medi e su quelli delle famiglie numerose. E nel piano per la famiglia, è prevista la creazione di nuovi asili nido.
Procede, nel frattempo, la trattativa con i sindacati sulle pensioni. Secondo indiscrezioni, il governo ha intenzione di stanziare 900 milioni di euro per le pensioni più basse. L'aumento riguarderà 2-3 milioni di pensionati. È una delle proposte presentate giovedì dal governo nell'incontro con i sindacati. L'anticipo per ogni pensionato sarà di 300 euro nel 2007, annuncia Raffaele Bonanni, segretario generale della Cisl.
Il governo conferma l'impegno a stanziare 2,5 miliardi per misure in favore dello stato sociale e della competitività. In particolare 1,5 miliardi saranno destinati alle pensioni, 700 milioni per gli ammortizzatori sociali (in testa i giovani e i precari) e 300 milioni per incrementare i salari di produttività.
L'accordo sulle pensioni, tuttavia, è ancora lontano e la questione che più si è messa in mezzo - quella dell'età pensionabile e quindi di come aggirare lo "scalone" - è stata stralciata mercoledì dai tavoli di palazzo Chigi, rimandata alla prossima settimana.

Welfare: i punti della proposta del governo

Ecco i punti della proposta del governo, presentati giovedì a Palazzo Chigi al tavolo su crescita ed equità.
Previdenza. Rivalutazione delle pensioni in essere: il governo provvede a rivalutare le pensioni dei lavoratori dipendenti e autonomi a partire da quelle più basse tenendo conto dei contributi versati, attraverso lo stanziamento di un importo pari a 1,3 miliardi di euro a regime e con una misura una tantum per il 2007 (anticipo pari a 900 milioni di euro, rivalutazione all'incirca di 300 euro per tre milioni di persone).
Ammortizzatori sociali. Interventi immediati: stanziamento di una quota significativa dell'extragettito in direzione di un primo intervento sugli ammortizzatori sociali volto a migliorare l'indennità ordinaria di disoccupazione (tasso di sostituzione dall'attuale 50 per cento per i primi sei mesi fino al 60 per cento). In più, aumento delle indennità di disoccupazione a requisiti ridotti e aumento della copertura previdenziale mediante il riconoscimento di contributi figurativi.
Mercato del lavoro. Accrescere l'occupazione, combattere la precarietà. Riordinare gli incentivi all'occupazione, scegliendo come priorità le donne, i giovani, i lavoratori precari; riformare l'apprendistato, d'intesa con le Regioni e le parti sociali, fissando standard nazionali di qualità della formazione; porre fine agli abusi derivanti dall'utilizzo di una successione di contratti a tempo determinato; rimodulare il lavoro a tempo parziale; tutelare il lavoro regolare in particolare nel settore degli appalti, dell'edilizia, della cooperazione; riordinare il trattamento di disoccupazione e combattere il lavoro fittizio in agricoltura.
L'Unità, 28.06.07

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